Una nostra nuova redattrice riflette in modo acuto ed originale su un tema connaturato alla vita umana, da sempre motivo di sentimenti opposti e causa di conseguenze talvolta drammatiche se non affrontato con il dovuto equilibrio.
Fin dalla più tenera età è capitato bene o male a tutti di costruire una “piccola relazione” con qualche compagno/a di classe o semplice amico/a. Nel momento esatto in cui un adulto ottuso domandava «Perché ti piace?» era pronta la risposta «È bello/a e gentile». Sporadicamente capita di sentire un’affermazione più profonda e precisa, soprattutto quando si è molto giovani. Già da piccini infatti siamo stati indirizzati verso questo equilibrio tra amore per la bellezza interiore ed esteriore, oggi tradotto con amore platonico e amore epicureo. Tuttavia, con l’avanzare degli anni, oggi non si cerca più questa via di mezzo e ci si concentra maggiormente e categoricamente su una delle due. Riuscite a indovinare quale?
L’emblema della bellezza estetica, in effetti, nasce proprio dalla preoccupazione costante per il giudizio altrui. Basti pensare al momento in cui ci si guarda allo specchio dopo un’intera giornata fuori casa: il primissimo dubbio che sorge è «Oddio, ma gli altri mi hanno visto tutto il giorno così?», e tutto a un tratto la vita gira solo ed esclusivamente attorno ai loro bulbi oculari , alla loro attenzione ai dettagli, alla loro rude critica espressa con il silenziatore, e non sempre. Infatti, se da una parte c’è chi accumula paranoie che, se impilate, diventano più alte della Torre di Babele, dall’altra c’è chi vede e sente le proprie concretizzarsi con le parole «Dimagrisci» di qua, «Ingrassa» di là, «Certo che l’apparecchio proprio non ti dona», «La schiena è troppo curva», «Vedo le tue ossa», «Che schifo».
I social, sorprendentemente, in realtà sollecitano uno stile di vita basato sul “piacersi” e non sul “piacere”, nonostante non sia così semplice come ci si può aspettare. C’è chi ha un fisico da urlo, ma se non apre bocca fa un favore a tutti, c’è chi è una delizia solo se si aprono le orecchie e si chiudono gli occhi. No, non è semplice trovare un equilibrio, perché nella vita non si è mai la Barbie o il Ken con occhi azzurri da favola, capelli biondi e lucenti, sorriso smagliante, fisico da copertina, animo carismatico, dolce e generoso. Rimanere radicati a questi ideali e aggrapparsi a speranze qua e là sembra ormai un tentativo vano: piuttosto fidiamoci del mito della caverna del buon vecchio Platone, abituiamoci all’idea disarmante che le apparenze non sono quasi mai in sintonia con la realtà.
La rete, se consultati i siti giusti, dice che la cosa più importante di tutte è quello che si ha dentro, l’autenticità dell’anima, la sua ricchezza, e chi si concentra esclusivamente sull’esterno è solo un deficiente. Quasi nessuno però pensa che l’ideale sarebbe una via di mezzo, una cosa simile a «Fate in modo di piacervi fisicamente e interiormente, in quanto entrambi gli aspetti, se non di vostro gradimento, possono essere migliorati con la giusta dose di pazienza e una strategia infallibile e non pericolosa per la salute». Non è meglio lanciare questo messaggio di “compromesso” piuttosto che far scontrare tra loro i due tipi di bellezza come carri armati?
Come sarebbe bello svegliarsi la mattina, guardarsi allo specchio e pensare «Mi piaccio come persona e mi piace il mio fisico anche se può non rispecchiare determinati canoni che, francamente, sono come le foglie di lattuga di contorno alla cotoletta: invisibili».
Sarebbe questo a renderci davvero belli uno ad uno, non i seni prosperosi, non le cosce magre, non gli addominali scolpiti, non i denti perfetti.
Non sarebbe anche un po’ questo il segreto della felicità?
Lara Satta
Classe 3^A Liceo Classico